nel perseguimento dei propri scopi, anche calandosi in ruoli che dovrebbero essere di servizio, creano sofferenze e limitazioni agli altri. In questo scritto, invece, voglio portare l'attenzione sul Potere che ognuno di noi ha di generare dei cambiamenti attorno a sé e che hanno dei riflessi non sempre visibili nel Campo, per creare una percezione immediata che sia positiva e propositiva, parlerò di “Potere personale” anche se in questa mia riflessione ciò che si muove non è solo (non lo è mai) relativo ad un solo individuo. Difatti nel Campo entriamo nella dimensione dove le relazioni richiamano l'unità di ciò che sembra separato: in esso possiamo percepire i flussi, scambi, contributi che vi sono tra le persone, animali, piante e le cose in una maniera più profonda.
PLASMARE IL CAMPO
Il Campo informativo energetico che è caratteristica della nostra Coscienza ma anche presente, seppur in modi diversi, in ogni cosa poiché compenetra, sostiene e rende vitale la realtà, alcuni lo definiscono Reticolo Universale oppure Matrix e per alcuni aspetti può collegarsi al concetto di Campo morfico e morfogenico. In effetti si sta studiando con sempre maggiore ampiezza e da vari punti di vista come la “matrice” ed il “tessuto” della realtà sia la dimensione dove possiamo spostare la nostra attenzione al fine di interagire con la nostra vita e ciò di cui facciamo parte con maggior consapevolezza ed efficacia. Il concetto di Campo che ho scelto di usare permette di unire diversi aspetti che possono sembrare individuali (come il Campo personale) e collettivi (il Campo di gruppo) con universali (il Campo di Coscienza Universale). Difatti operare una netta e rigida separazione tra questi aspetti, può diminuire le nostre possibilità di creazione e miglioramento. In questa prospettiva, sento importante considerare e suggerire come anche ciò che consideriamo inanimato abbia, invece, un livello di coscienza che per noi non è facilmente comprensibile ma ciò che noi chiamiamo sincronicità, invece, ci riporta con chiarezza all'esistenza di un certo tipo di coscienza in ogni elemento con il quale interagiamo. Fatta questa premessa che spero possa essere utile ad inquadrare questo scritto nei propri sistemi di riferimento, per chi non avesse alcuno studio particolare di questi settori della ricerca introduco, con semplicità, la definizione che offro quale introduzione allo studio del Campo: esso è la zona di influenza che compenetra e si espande oltre il nostro corpo, che è connessa alla nostra Coscienza. Negli scritti che ho creato in questo ultimo anno e mezzo ( sono tre libri, il primo si chiama Archetipi e Libertà, il secondo Cuore Risonante ed il terzo Il Potere delle Relazioni ) ho sviluppato un ampio discorso su queste tematiche in maniera più organica (di questi tre libri solo il secondo è in stampa, seppur con qualche ritardo). In queste opere ho trasfuso un messaggio centrale che è relativo alla nostra capacità di informare il Campo e con esso plasmare ciò che sperimentiamo e che ci circonda. La forza dell'intento e la connessione con il nostro centro di Potere, permette di creare e modificare la realtà che viviamo. Nei libri ho approfondito sia il lavoro che può essere svolto sul Campo personale che sul Campo delle relazioni ed il collettivo affinchè si potesse iniziare a recuperare la consapevolezza del nostro Potere vero. Nelle esperienze individuali e nei laboratori di gruppo che svolgo assisto i partecipanti nella riscoperta ed uso di queste dinamiche per un fine utile e di ampliamento del proprio Benessere.
IL POTERE
In questo contesto possiamo indicare come potere la capacità di ognuno di noi di informare il nostro campo personale e collettivo affinchè questa emissione crei delle modifiche negli altri e nell'ambiente. Parlo di “emissione” per aiutarvi a percepire la funzionalità del Campo simile a quella di un'onda sonora che si irradia in ogni direzione. Nel far questo, il suono che viene emesso da una sorgente può incontrare altri suoni, emessi da altre sorgenti, per creare qualcosa di ulteriore. In breve, attraverso ciò che noi siamo e le nostre capacità, intervenendo sul suono che emettiamo, possiamo influenzare anche il suono risultante dall'interazione. Un uomo od una donna di potere, quindi, è colui o colei che con la propria presenza (quindi non mi fermo ad osservare le sole azioni e parole) modifica la realtà nella quale si trova. Possiamo immaginare che ciò che chiamiamo carisma, che si esercita in vari modi, è un aspetto di questa influenza. Alcuni amano parlare di “magnetismo” come capacità di attrarre attenzione. Quindi il Potere personale è la capacità di informare e plasmare il Campo nonché di influenzare le relazioni in maniera profonda. Chiaramente il Potere è anche il “fare” ma questa è solo una parte visibile di qualcosa di molto più ampio. Dalla mia esperienza ed attenzione alla dinamica del Campo, posso offrire alcuni spunti per iniziare a comprendere, per quanto ci è possibile, ed aumentare la nostra consapevolezza su diversi modi di esercitare il potere. Qui mi soffermo su tre principali dinamiche: il potere del rituale, il potere del leader ed il potere del Cuore. La prima cosa che voglio sottolineare è che questi tre aspetti possono essere compresenti, cioè uno non esclude gli altri, ma non è detto che più aspetti ci siano e più ampio sarà il risultato. Quando uniamo degli elementi, come quando uniamo dei suoni, vi può essere qualcosa che disturba ed intralcia e limita l'effetto degli altri elementi, che sarebbero altrimenti molto più forti se usati diversamente. Quindi è come una macedonia od una minestra nella quale uniamo tanti diversi frutti ed ingredienti: senza armonia tra gli stessi rischiamo di inquinare tutto. Nel seguire quello che andrò a delineare in seguito potrà accadere che questi stimoli possano aiutarvi a capire cosa stiate vivendo. Può anche accadere che voi siate in disaccordo e ciò è normale: prendete tutto questo come uno stimolo, una mia ipotesi di lavoro, una opinione ed usate al meglio quanto posso offrirvi tramite questo mezzo.
IL POTERE DEL RITUALE
Da sempre l'essere umano usa i rituali. Per rituale si intende una serie di azioni esterne ed interne che creano uno schema unico, una funzione particolare, una relazione con elementi interiori ed esteriori della persona che lo attua. Alcuni rituali sono volti ad uno scopo specifico e coinvolgono una o più persone. Altri rituali non hanno uno scopo preciso se non una forma di celebrazione e ricordo. Vi sono diversi altri tipi di rituali ma ciò che ora ci interessa sono quelli rivolti verso uno scopo. Questi possono essere molteplici, dalla modifica delle condizioni naturali alla evoluzione degli individui che partecipano al rituale, ed hanno uno sviluppo dettato da schemi molto precisi. Specifiche parole, suoni, musiche, movimenti che vengono ripetuti più volte creano un effetto interiore a seguito del quale la persona diventa parte del rituale. Questo effetto interiore può essere in parte consapevole ma in gran parte è inconscio. Quindi anche chi si trovi a partecipare ad un rituale senza esserne coinvolto (poiché ad esempio appartiene ad una religione diversa) ne può rimanere comunque affascinato ed anche stimolato. Poiché l'effetto del rituale si ha in gran parte a livello inconscio, senza un'adeguata percezione di sé stessi, è un formidabile strumento di indirizzo dei gruppi e degli individui verso uno scopo scelto da coloro che hanno creato il rituale stesso. Potremmo però aggiungere che il rituale è la voce di “qualcosa d'altro”, la manifestazione di una “idea più ampia”. Difatti se allarghiamo la nostra consapevolezza ad abbracciare anche le relazioni che esistono nel gruppo ed accogliere concetti come “mente di gruppo” o “coscienza di massa”, cioè un livello nel quale non si ha solo la coscienza individuale che colleghiamo alla personalità ma anche un livello che unisce diverse personalità, individui e gruppi in un unico, il rituale stesso può rispondere a schemi esistenti a questo livello. Le azioni e le parole usate, quindi, vanno a toccare qualcosa di profondo presente negli individui ma anche nel gruppo come entità unica. Senza quindi far riferimento agli archetipi ancestrali ed universali, ognuno di noi è influenzato da archetipi sociali che sono idee (spesso rappresentabili come simboli) che ci condizionano profondamente senza saperlo. I rituali, quindi, sono molto lenti nella loro evoluzione poiché sono legati ad informazioni presenti nei gruppi dove vengono svolti che, nonostante il susseguirsi delle generazioni, mantengono una propria stabilità. Il potere del rituale, quindi, è nella capacità di toccare alcune leve interiori che permettono delle modifiche mentali, emozionali e fisiche. Con la partecipazione ad un rituale ci si espone ad uno stimolo che, in base alla forza dello stesso, può incidere sulla nostra quotidianità in maniera positiva ma anche limitante. La forza del rituale dipende da molti elementi tra i quali, certamente, la ripetizione nel tempo dello stesso: più il rituale è stato usato da molteplici persone e maggiore è la sua capacità di influenza. Attraverso il rituale, quindi, si accede ad una capacità del Campo di coscienza (Matrix, Reticolo Cosmico) di sostenerci in un processo che vede l'individuo parte di qualcosa di molto più ampio e canale per manifestare forze che appartengono a dimensioni differenti. Il rituale può spalancare, ad esempio, le porte dell'intuizione e la liberazione di proprie capacità e doti, come anche chiudere certe possibilità in favore di altre. Un'altra funzione del rituale molto interessante è quella della sincronizzazione tra le persone che partecipano allo stesso. Per sincronizzazione intendo la possibilità dei partecipanti di allinearsi, armonizzarsi, al fine di sostenere uno stesso intento con la loro forza combinata. Inoltre quanto più le persone sono in sintonia tra di loro e tanto più il potere generato è percepibile con effetti maggiori. E' interessante osservare come l'armonia tra le parti crea un Campo armonico che sostiene una progressiva ed ulteriore armonizzazione tra gli individui, in una progressione via via più intensa. Se un rituale è eseguito da tre persone sincronizzate ha un effetto più ampio che quello eseguito da un singolo ma un singolo può generare un effetto più incisivo rispetto a tre persone che non siano in armonia tra loro. Il vantaggio di usare nei gruppi il rituale è comunque di di tale evidenza che è perseguito anche nelle culture attuali per veicolare certi specifici messaggi ed effetti in maniera più ampia. Alcuni rituali moderni, che per chiarirci non hanno solo caratteristiche religiose, sono le sfide sportive od eventi televisivi (immaginate il comportamento del tifoso per vedere molti elementi ritualistici). Con questi rapidi accenni, che vogliono essere l'apertura di uno spiraglio di attenzione su cosa sia un rituale e soprattutto se lo stiate ancora usando o subendo, possiamo dire che per poter manifestare un potere di cambiamento nella propria vita oggi, come in passato, possiamo usare il rituale comprendendo che vi sono aspetti di sostegno ma anche aspetti limitanti. Difatti quando ci si appoggia ad un rituale è importante percepirne tutti gli aspetti, anche sommersi, poiché anche se svolto in “buona fede” questo veicola elementi che provengono dal collettivo che non sempre sono adatti al proprio percorso di libera espressione. Non vi stupite, quindi, che assistendo a qualche rituale potreste avere fastidi anche fisici come anche segnali emozionali. Ascoltatevi sempre ed abbiate fiducia in voi stessi poiché il vostro sistema interiore, il vostro Sé, percepisce quegli elementi che non sono consapevoli e vi informa di ciò che sta accadendo. Personalmente nel partecipare a diversi rituali, antichi quando di moderna creazione, ho sempre segnali molto chiari su quanto è opportuno per me. All'inizio può esser quasi una reazione istintuale non comprensibile ma che ascolto quale espressione della mia saggezza. In seguito, spesso a distanza di molto tempo, comprendo meglio cosa vi fosse dentro quel rituale. Se create vostri rituali al fine di potenziare le vostre capacità sappiate che è sempre e comunque una forma di limitazione. In effetti possiamo pensare al rituale come ad un canale dove scorra acqua: attraverso di esso il fluido può muoversi con maggiore efficacia ed azionare, ad esempio, delle turbine ma è anche vero che viene costretto in un movimento che non è pienamente libero. La dialettica tra libertà e costrizione, tra caos e forma, tra espansione e contrazione è sempre presente. Se si è consapevoli di questo si può usare in maniera opportuna il rituale, amplificandone le capacità di supporto ed armonizzando ciò che invece è limitante. Il rituale interagendo con la coscienza dei presenti assieme agli elementi che vengono richiamati dal rituale stesso, crea un sistema nel Campo che muove informazioni ed energie in un certo modo. Ogni rituale, quindi, crea un proprio schema di riferimento. Questo schema è frutto del processo di sviluppo del rituale che ha accolto in sé elementi del collettivo anche per molto tempo. Quando si accede ad un rituale si accede a tutto questo schema informativo ed energetico: è lì che risiedono le funzionalità del rituale stesso. Plasmare questo schema è qualcosa di molto lungo poiché riflette il passato ed anche il collettivo presente. Certo è che il gruppo ha possibilità di rinnovare il rituale, riempiendolo di nuovi riferimenti, ed è quello che è accaduto con il susseguirsi dei credi: molti rituali cattolici sono rituali pagani rivisitati. Perchè questo è accaduto? Poiché nella conversione del rituale si ha un immediato e profondo aggancio ai singoli, potendo così sfruttare le energie presenti nell'antico rituale pur portandolo verso altri scopi. Oltre questo effetto, si ha anche la facilitazione nell'opera di sostituzione: è più facile questa che distruggere poiché permette di mantenere intatte le abitudini comportamentali. Intuitivamente od anche coscientemente chi procede a questa sostituzione-modifica sta dialogando con il Campo e le informazioni contenute in esso.
Per chiarire meglio la mia opera, ho personalmente scelto di non usare il rituale come strumento principale del mio lavoro poiché ho sviluppato altri aspetti del nostro potere personale. Ritengo, però, che tutt'ora il rituale sia uno strumento valido all'interno di certi ambienti e credi: tutto è perfetto ed ha un senso, sta a noi scegliere consapevolmente ciò che è in risonanza con noi.
Chiudo questa prima parte anticipandovi che le successive due (il potere del Leader e del Cuore) saranno sviluppate a breve.
Luca Ferretti
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