La maggioranza delle patologie ha la sua origine nei conflitti emozionali, dai quali derivano le cosiddette malattie psicosomatiche.
I conflitti emozionali si formano prima nel corpo energetico: sono blocchi di energia accumulata in determinati, specifici punti che impediscono il libero scorrere della corrente nervosa e finiscono per somatizzarsi in zone specifiche a seconda del tipo di conflitto che le ha generate.
L’energia fluisce attraverso i tessuti, il sangue, gli organi, i chakra, se vi è malattia, avremo un blocco o più blocchi.
Tali blocchi hanno una particolare forza di coesione che unisce l’energia che li costituisce, a tale forza di coesione corrisponde una frequenza di coesione, definiamola, una nota chiave, il pranoterapeuta, intervenendo con la sua energia, riuscirà a rompere il blocco.
Vi sarà inoltre, grazie allo scioglimento di blocchi, una maggiore e diffusa energizzazione corporea che porterà a sua volta a rinforzare le energie di auto guarigione.
La patologia serve ad inquadrare il paziente come una entità in disarmonia con sé stessa.
In questa visuale, il disturbo è solo la conseguenza finale di un problema irrisolto ed è su quest'ultimo che il pranoterapeuta deve focalizzare la sua attenzione.
L'azione terapeutica è dunque un sostegno, un riequilibrio e una riattivazione delle forze rigeneratrici della persona stessa, di quella “Vis medicatrix naturae“ propria di ogni essere vivente.
La pranoterapia, quindi, può essere di aiuto a risolvere molti disturbi in modo “olistico” o essere di sostegno ad altre cure, sia naturopatiche che allopatiche.
La pranoterapia non è miracolosa
“La pranoterapia non è un'alternativa alla medicina tradizionale e, quindi, non comporta assolutamente la sospensione di cure farmacologiche o trattamenti medici, ma anzi collabora in maniera fattiva ed in sintonia con il medico.”
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