Il raggiungimento del benessere psico-fisico e il miglioramento della qualità della vita si ottengono attraverso la ricerca dell’armonia con sé stessi e con l’ambiente.
Molti si chiedono: cos’è veramente l’amore? Come riesco a distinguerlo da altri sentimenti di affetto? Sappiamo che possiamo trovarlo nel cuore, al centro del quarto chakra. Eppure, molti quando l’incontrano per la prima volta si chiedono: dove è?
L’energia del cuore non ha infatti alcuna sfumatura sentimentale e ignora le frasi romantiche come “Senza di te non posso vivere”, “tu sei il mio amore” o ” voglio fondermi con te”, appartenenti al secondo chakra. L’amore non è emozione e segue dei ritmi completamente diversi: le emozioni vanno e vengono , sono soggette alle situazioni, sono influenzabili, hanno degli alti e bassi; l’amore è costante, è un sintonizzarsi con se stessi. Le emozioni legate all’innamoramento passano, mentre l’amore resta.
Come scrive Bernhard Mack, un famoso terapeuta di coppia, “sia la saggezza che i sentimenti approfondiscono l’amore e le sensazioni piacevoli aiutano a rimanere nello spazio interiore dell’amore, ma non devono essere confusi con l’amore. Amare è un processo che si può imparare. Molte persone hanno bisogno di affidarsi per lunghi periodi ai sentimenti, di organizzare la loro vita secondo i propri sentimenti, di lasciarsi trascinare di qua e di là dalle emozioni, di innamorarsi e di dis-innamorarsi nelle vicissitudini patetiche, di cambiare spesso partner, di crearsi un grande caos di diverse relazioni, di separazioni, di ri-innamoramenti, di riconciliazioni e di drammi amorosi. Molte persone hanno bisogno di questi periodi drammatici, di alti e bassi, per poter arrivare a una saggezza interiore” capace di creare quel polo fermo nel loro petto che riesce ad abbracciare simultaneamente tutte le diverse emozioni, prima vissute soltanto una dopo l’altra.
L’amore non dipende quindi dal partner, ma dal nostro centro. E’ uno spazio al centro del nostro petto che permette ai pensieri e ai sentimenti di entrare e di uscire incondizionatamente, accetta tutti i moti interiori senza giudizio, non ci paragona con gli altri e non confronta i nostri comportamenti con i nostri ideali. Lama Yesce, il nostro primo maestro tantrico, parla dell’amore come “uno stato mentale infuso di chiarezza, di semplicità e tolleranza, dotato di serena saggezza e di profonda compassione. Consiste nell’aprire totalmente il nostro cuore, mantenendolo tale il più possibile.”
L’energia del cuore accoglie e accetta anche tutte le altre energie, non conosce le parole “buono e cattivo”, è un’energia piuttosto fresca, non focosa, priva di passioni o antipatie, di pro e contro, è neutrale; con la sua imparzialità distaccata riesce a comprendere tutti gli opposti, accetta senza condizioni e accoglie anche il partner senza critiche o pretese. L’amore vibra con le emozioni, ma senza lasciarsi coinvolgere. L’amore ha la capacità di amare la realtà così come è, di conoscere tutti i difetti di un partner e di continuare ad amarlo. Considerando il partner nella sua interezza, l’amore diventa una forza incredibile. Indicare nel cuore la sua sede non è una metafora, quello è il reale spazio fisico nel quale proviamo amore, sentimento che si traduce con la sensazione di essere completi e colmi, in pace con noi stessi, accoglienti e vasti, in grado di comprendere ciò che viene da dentro e ciò che arriva dal mondo. L’amore si rivolge al proprio essere nella stessa misura in cui si rivolge agli altri. Chi afferma di amare gli altri più di se stesso in realtà non ama: insegue un’idea. Se amiamo non saremo mai vittime o martiri, ma semplicemente felici e lo comunicheremo attraverso un’espressione felice che significa “voglio bene a me stesso”. L’amore non conosce altruismo come non conosce egoismo, perchè accetta ad entrambi.
L’amore ha un ampio respiro, in senso metaforico come in senso reale. Un chakra del cuore aperto si manifesta esattamente con una sensazione di apertura nel petto, un libero fluire del respiro che attraversa il torace con il suo movimento ritmico e si ripercuote negli altri chakra, sia alti che bassi. Per questa ragione i buddisti meditano sul respiro: oltre a rendere la mente più equilibrata e concentrata, ci riporta al nostro chakra centrale, dandoci un’incredibile stabilità interiore. Collegare i nostri pensieri, sentimenti e sensazioni mutevoli alla continuità del respiro è forse la strada maestra per nutrire e aprire l’energia del cuore. Questo ci porterà a una comprensione delle cose che non proviene dall’intelletto, ma dall’intuizione, e deriva direttamente dalle esperienze vissute con intensità.
Il chakra del cuore è collocato esattamente nel mezzo, degli altri sette, mette in contatto i tre chakra personali inferiori con quelli spirituali superiori. Quando siamo collegati con il cuore, non riusciamo a giudicare ciò che è spirituale meglio di ciò che è fisico: entrambi hanno il proprio posto nell’universo e insieme formano l’essere umano.
Ma amore non è qualcosa che possiamo aspettarci di ricevere. Finché non ci collegheremo con l’energia del nostro cuore, non saremo in grado di accorgerci se qualcuno ci ama. Come nella sessualità, anche rispetto all’amore abbiamo un limite di sopportabilità e a volte, quando ci innamoriamo di una persona, inconsciamente usiamo qualche strategia del secondo o del terzo chakra per uscirne. La ragione di questo comportamento è che non siamo abituati a tanto amore: dobbiamo imparare ad aprire il nostro cuore passo per passo.
Amare presuppone aprirsi nella mente, il che significa smettere di determinare la nostra vita con il pensiero e consiste nel permetterci di cogliere attraverso una “testa larga” quegli stimoli sottili che vengono dai chakra superiori. Quando siamo “nel cuore”, i pensieri diventano silenziosi e formano un vuoto all’interno del quale può sorgere un’altra potenzialità nella nostra mente: l’intuizione che vede e comprende in modo istantaneo e in un’ottica più ampia. Amare presuppone anche di renderci attivi emotivamente, senza trattenere le emozioni per paura, vergogna, perché pensiamo che non siano adeguate o accettabili. Anzi, richiede proprio di liberare la pressione nella nostra pancia (secondo chakra), esprimendo e regalando le emozioni. In questo modo diamo nutrimento al corpo fisico e i tre chakra inferiori. Per amare bisogna avere dei chakra inferiori forti, sentirsi a proprio agio nel corpo, nel proprio io, nei sentimenti e nei rapporti con gli altri. Viceversa, l’amore non trova un appoggio dal quale espandersi.
Prima di poter aprire il cuore, dovremo esserci creati un Io forte che non si senta dipendente, cioè un Io maturo e non infantile, sempre bisognoso di qualcosa e di qualcuno. Accettare gli altri va di pari passo con l’accettare se stessi, stare bene con gli altri è più facile per chi sa stare bene anche da solo; essere intimi all’interno della coppia è qualcosa di molto simile all’essere soli: in entrambi gli stati diventiamo intensi e veniamo inevitabilmente sollecitati da ciò che in noi richiede ancora attenzione, dedizione, impegno o accettazione. L’amore è la cornice della consapevolezza, all’interno della quale la nostra solitudine può trasformarsi in un profondo “stare bene con se stessi” che, una volta che conosciuto, può essere anche condiviso, senza entrare in ansia. Ma il nostro cuore, così come quello del partner, si aprirà soltanto se sarà libero. Non sopporta infatti pressioni o ricatti di alcun tipo, perciò la frase “Dovresti amare.....” è semplicemente assurda: dovere e amare sono concetti che si escludono a vicenda. Arrivare all’energia del cuore significa abbandonarsi a se stessi, saltare verso l’interno, e non può mai essere frutto di un’imposizione. Solo così dare e ricevere diventano azioni autentiche, senza attaccamenti o rimorsi.
Nel buddismo la strada verso il cuore viene chiamata “la via del bodhisattva”. Non è possibile arrivarci senza impegno e senza sforzi: richiede continue attività pratiche e meditazioni guidate dal desiderio di realizzare l’amore nel proprio corpo e nella propria mente, oltre a presupporre che ci lasciamo toccare profondamente dalle emozioni e comprensioni nostre e degli altri. Il rapporto di coppia è un’ottima occasione per percorrere questa strada e diventare così persone sempre più colme di amore.
L’amore non cade dal cielo come l’innamoramento o l’attrazione, né si può ottenere con la volontà o con lo studio. Richiede invece il dedicarsi con passione a noi stessi, alla nostra vita interiore, permettendo a tutti gli avvenimenti importanti di collegarsi al nostro centro, in uno spazio interiore che li comprende nella loro interezza.
Il prossimo esercizio, l’abbraccio del cuore, può essere d’aiuto in quest’ottica. Anche se è semplice, provandolo vedrete che porta in sé la potenzialità di creare amore e intimità, instaurando un legame profondo con l’amato.
Chi ha bevuto una volta questo nettare, rimarrà assetato finché non ritornerà di nuovo alla fonte:
Prendetevi cinque minuti per un abbraccio: rimanete entrambi in piedi per mantenere il flusso energetico dal basso verso il cuore, e abbracciatevi in modo tale da essere in contatto totalmente, dai piedi alla testa. Respirate con consapevolezza e dirigete l’attenzione della mente alle sensazioni corporee e alle emozioni: senza usare le parole. Ripetete questo abbraccio ogni giorno, per esempio la mattina prima di andare al lavoro. Restate con l’attenzione concentrata sul corpo, in modo da percepire anche le piccole sensazioni, i piccoli spostamenti di energia, o i movimenti nella forma dell’aura.
Cosa senti? Quali parti del corpo e quali chakra sono aperti verso il partner? Quali invece sono chiusi? Dove non senti niente? Dove fluisce qualcosa? Ti senti nutrito, soffocato o liberato? Cosa eviti e cosa ottieni attraverso le tue strategie di difesa (per esempio: parlare, tossire, muoverti, ridere, trattenere il respiro)?
Se hai la sensazione che non accada nulla, lascia fluire questo nulla nel corpo e ciò che provi per esso. Ripeti l’esercizio per un mese, aumentando gradualmente la durate dell’abbraccio (fino a dieci minuti). Se nasce un desiderio sessuale, restate ugualmente abbracciati: separate il sesso da questo rituale. Chiudetelo con un saluto o una parola (volendo, potremo condividere la nostra esperienza con il partner raccontandogliela).
Può darsi che inizialmente ci saranno dei momenti in cui non sentirete nulla e vi chiederete: “Ma che senso ha? Lasciamo perdere!”. E’ importante invece non smettere, ma osservare questi pensieri e continuare l’esercizio, focalizzando l’attenzione sul respiro e sulle sensazioni corporee. Quando andate a contattare il vostro cuore, la prima cosa che spesso incontrate è un grande vuoto, la noia, il niente. Non trovate nemmeno un dolore o un problema ai quali aggrapparvi con la mente: questo è difficile da sopportare.
Vi può anche accadere di sentirvi completi in voi stessi e, come per miracolo, di annullare i confini col partner, nonostante vi resti la chiara percezione dei vostri limiti: vi siete uniti energeticamente. Si è ripetuto lo stesso fenomeno che avviene quando vi innamorate, ma questa volta in forma più consapevole, anche se meno coinvolgente. E’ meraviglioso però sapere che, volendo, potete riassaporarlo tutti i giorni grazie ad un semplice abbraccio. Dopo averlo praticato per uno o due mesi, potete inserirlo anche nei giochi erotici: per esempio, come inizio prima di passare alle carezze e ai baci. In questo modo un rito amoroso potrà diventare una meditazione a due.
Sentiamo Claudia di Bologna: “Abbiamo praticato l’abbraccio per più di un mese ed è diventato il rituale più bello. Ci ha regalato una solida intesa e ha arricchito il nostro rapporto di momenti dolcissimi. In più, mi fa iniziare la giornata in una maniera diversa. Sentendomi più piena, noto che riesco a sbrigare le mie faccende con più serenità.”
Carlo, suo marito: “Quando Claudia mi ha parlato per la prima volta dell’idea dell’abbraccio ho pensato: “Ecco una delle sue tante idee sciocche”. Lo facevo per accontentarla, e così non ho avvertito subito la differenza che provocava nel mio sentirmi. Soltanto dopo una settimana di noia ho cominciato veramente a porre attenzione al respiro e a cogliere ciò che provavo nel corpo. Per strada, andando in ufficio, mi sono accorto di sentirmi più leggero del solito. Questo fatto mi ha stupito, ma vedendo Claudia così contenta ho deciso di continuare l’abbraccio per un altro mese. Il nostro rapporto è diventato più caloroso, si è creato un legame invisibile che ci dà una certa fiducia e tranquillità.”
Citato da: Elmar e Michaela Zadra, ©Tantra per due – Una guida alla felicità della coppia, Bestseller Mondadori 1999, p. 278
Nei precedenti articoli abbiamo parlato di trasgressione e contratto di coppia aperta. In questo entriamo in un altro argomento, approfondendo il concetto di “amore”.
Quando qui parliamo di amore, non intendiamo quel sentimento romantico che ha la sua sede nel secondo chakra e che comunemente viene chiamato “amore”, ma quella sensazione di apertura totale che risiede nel chakra del cuore e che è accompagnata sul piano mentale da un grande “SI”, un sì a se stessi, al partner, al mondo intero. Al contrario del cosiddetto “amore” del secondo chakra che è molto dipendente dalla persona che ama, l’amore del cuore non è né dipendente né indipendente, ma vive le relazioni con un senso di interdipendenza.
Nel secondo chakra risiede il piccolo “si” che tende a dire “ti amo, vorrei sempre esserti vicino, tu sei tutto per me,.....” che è accompagnato da un forte sentimento di fusione, di appartenenza, di calore e confidenza. Nel terzo chakra risiede un senso di differenziazione dall’altro nelle relazioni e un “si” rivolto alla propria individualità. Il focus nel terzo chakra sta meno sul “tu” e più sull’ “io”, sulla percezione dei propri confini sia quando siamo separati dagli altri che quando siamo in interazione con loro. I sentimenti qui sono la forza, la capacità di decidere e di auto-realizzarsi, la dignità personale, l’autostima.
Per poter sentire il grande “SI” nel proprio cuore e per poterlo pronunciare in modo autentico verso il proprio compagno, dobbiamo prima aver integrato i tre chakra inferiori: dobbiamo vivere serenamente il nostro corpo e la passione sessuale nel primo, riuscire a collegarci intimamente con il partner e condividere la sensualità con lui nel secondo, essere noi stessi e percepire la propria forza nel terzo. Nel “triangolo dell’amore”[i] tutte le sue componenti hanno lo stesso valore.
Pensare di amare senza questi presupposti rimane piuttosto un pio desiderio o un’illusione che una realtà psicofisica. Quando una persona cade in questa trappola, un nostro maestro ama metterle il dito nella piaga dicendo “Senza sesso niente amore”[ii], ma si potrebbe estendere lo stesso principio anche alle altre due componenti e dire “Senza intimità niente amore” o “Senza autostima niente amore”. Mentre leggi queste tre frasi, puoi osservare quale dei tre ti tocca di più, ti stupisce, ti fa riflettere o ti incuriosisce.
L’amore del cuore non ha nulla di sdolcinato, ma è basato sulla soddisfazione di tutti e tre i chakra inferiori, e crea una saggia comprensione che da spazio a una grande libertà. Questa libertà, che non è soltanto un pensiero, ma una sensazione ben precisa nel petto, accetta sia le proprie pulsioni che i desideri degli altri.
Tutti desideriamo l’amore, soprattutto desideriamo ricevere amore. Ma una delle cose più difficili che l’amore comporta è quella di accettare anche la nostra ombra più buia. A questo punto, spesso ci grattiamo il capo, guardiamo da un’altra parte e ci diciamo “beh, quell’amore può anche aspettare, forse non sono ancora pronto? Per il momento mi accontento del piccolo ‘sì’ e poi vedremo”.
Invece sono proprio le nostre ombre, quelle che ci fanno più paura di tutto, a farci crescere. Nella lettura delle pratiche trasgressive o nelle tue fantasie, avrai spesso individuato a che cosa si riferisce la tua paura più grande.
Quando inizi ad amare dal cuore, incontri un effetto paradossale: le paure che prima erano ancora sostenibili ora sembrano ingrandirsi e le ombre che una volta erano accettabili diventano più scure e più incombenti. Allora molti pensano di aver fatto un passo indietro, di non riuscire più a guardare in faccia quei mostri che si stanno innalzando davanti a loro. O fanno addirittura marcia indietro lasciando perdere la loro ricerca interiore. Invece le cose non sono peggiorate, si sono soltanto evidenziate in modo più nitido. Nel momento che iniziamo ad accettare i nostri lati più oscuri e il cuore si apre, allora “l’amore crea una luce talmente brillante, che le ombre nel contrasto risaltano necessariamente in modo maggiore. Siamo tentati a pensare che l’ombra sia un segno di poco amore o di un difetto nella coppia, invece le ombre sono inevitabili nella presenza di un grande amore.”[iii] O detto in altre parole: “Il bianco attira le macchie.”[iv]
Questa comprensione cambia radicalmente la visione ci ciò che comunemente chiamiamo “problemi”. Nel momento che li consideriamo degli indicatori piuttosto che degli ostacoli nella vita di coppia, riusciamo ad uscire dall’ottica “prima dobbiamo risolvere i nostri problemi, poi l’amore ritornerà” che è un vicolo cieco. Possiamo dirigere lo sguardo verso l’interno con quella porzione di amore che ci è rimasta e comprendendo il “problema” da quest’ottica più larga, iniziamo a vedere anche le soluzioni che spesso sono a portata di mano, ma che prima non vedevamo perché eravamo troppo fossilizzati su ciò che non andava.
Per fare un esempio pratico: se la mia autostima è bassa, posso essere portato a pensare che prima dovrei cambiare, dovrei essere una persona migliore, poi potrei accettarmi e allora riuscirei ad amare anche le persone intorno a me. Se stai lavorando in questo modo arduo su di te da anni e hai ottenuto solo degli scarsi risultati, prova a invertire la logica: prima mi amo così come sono e poi vedo cosa non va in me. E anche in questo secondo passo mi concentro su ciò che è veramente necessario da cambiare, tralasciando tutte le piccole imperfezioni.
In pratica non c’è linearità in questo percorso, non è un “prima una cosa e poi l’altra”, ma i due passi sono a loro volta interdipendenti: rivolgo quell’amore che ho, verso di me. Accettandomi riesco ad affrontare meglio le sfide che la vita mi pone, ciò mi rende fiero di me e accresce la mia autostima. Il che mi permette di amarmi con più facilità. Allora sono pronto per un’ulteriore sfida che mi farà crescere,......... si apre uno spiraglio evolutivo.
Che l’ombra non esiste senza una luce e che ogni luce fa ombra ove illumina un oggetto, non è una novità. Eppure nelle relazioni intime tendiamo a vedere le cose o “in ombra” o “in luce” ma non simultaneamente. Se avete fatto i giochi trasgressivi descritti prima, vi sarete già accorti di quei momenti dove uno tirava da una parte e l’altro dall’altra, ognuno pensando di avere più ragione e meravigliandosi della testardaggine, chiusura o stupidità del proprio partner che non voleva mollare sulla sua posizione assai discutibile. Avrete anche scoperto che questi litigi e accanimenti non erano nuovi, ma che li avete vissuti in altre forme o per altri motivi pure prima. Forse vi siete già divisi su cosa era trasgressivo e cosa no, ma vedendo le stesse azioni con l’amore, potete guardarle in una luce e con una comprensione diversa che vi permette di vederle come parte di una rete infinita di comportamenti umani, dove il bianco condiziona il nero e viceversa.
E questo è esattamente lo scopo della trasgressione fatta con amore: toccare delle energie così profonde e talmente forti come il sesso, il potere, la gelosia, la fiducia e l’affetto in situazioni estreme, che tutti i contrasti emergono in modo ancora più evidente nella sua luce brillante. Questo è il potenziale di crescita umana che risiede nei giochi trasgressivi, perché, oltre a divertirci, sulla via tantrica vogliamo esplorare anche gli stati profondi di coscienza e accrescere la nostra capacità di amare.
Le nostre ombre, o quei sentimenti che reprimiamo inconsciamente, purtroppo non portano una targhetta con la scritta “ecco, questa è la mia ombra!”, altrimenti sarebbero già consce e non più inconsce. Anzi, tendono a nascondersi il più possibile dietro mille convinzioni e buone ragioni, pur di non essere trovati. Ma chiunque ha fatto dei giochi trasgressivi con passione e non soltanto per superare una serata noiosa, racconta che immancabilmente prima o poi emerge ciò che non vorremo mai ammettere agli altri e nemmeno a se stesso: la sua paura più grande.
[i] Robert J. Sternberg, La psicologia dell’amore, Milano 1990, orig: The Psychology of Love, p. 143
[ii] Bert Hellinger, Amore a seconda vista – Seminario di Costellazioni Familiari sulla relazione di coppia, Roma 05/2002
Uno dei problemi più gravi che affliggono il nostro tempo non è, secondo me, la mancanza di tempo, bensì la mancanza di spazio....
Mancano lo spazio per le relazioni, lo spazio per parlare, lo spazio per condividere, lo spazio per incontrare davvero l’altro... e spesso manca lo spazio per noi stessi.
Cos’e’ l’Osteofluidica?
L’osteofluidica e’ un nuovo metodo di terapia cranio vertebro sacrale frutto di una concezione globale olistica che tende a considerare il corpo come un insieme unitario.
L’osteofluidica agisce su tre piani: "mentale, emozionale e fisico".
I principi fondamentali dell’ Osteofluidica.
Globalità: a qualunque squilibrio fisico o psichico emozionale il corpo reagisce “globalmente”.
Nelle sue reazioni il corpo cerca sempre la “migliore” soluzione di sopravvivenza, con la creazione di un equilibrio compensato.
“Se il teatro mi ha salvato la vita allora la Teatroterapia può migliorarla a tutti” questo il pensiero di Tamara Paola De Vecchi, che da tanti anni porta avanti la ricerca e la promozione dell’Accademia Nonchiamateciattori. Dall’esperienza diretta di cambiamento e guarigione è nato un metodo di Teatroterapia per tutti, conosciuto come il metodo espressivo-bioenergetico, che parte dal corpo per arrivare a cambiare ciò che della vita non funziona più, quello che di noi non ci piace, ci fa soffrire e ci impedisce di realizzare il nostro vero e profondo potenziale.
Lo stress si sa, fa parte del nostro quotidiano. Ritmi frenetici, riduzione del tempo da dedicare a se stessi, delusioni lavorative, condizioni di vita sempre più alienanti provocano situazioni di forte disagio e incidono negativamente sulla qualità della nostra vita.
Questa settimana collaboro ad un articolo di Vincenzo Bilotta, autore del libro L'arte della consapevolezza in vendita su Macrolibrarsi con il quale ho avuto modo di tenere tempo fa una conferenza su EFT e PRESENZA MENTALE.
La Floriterapia è stata ufficialmente riconosciuta come sistema terapeutico nel 1976, dall’OMS.
Essa rappresenta una branca emergente della Medicina Biologica.
La Floriterapia agisce su corpo, mente ed emozioni, ma anche sulle proprietà vitali di animali e piante. Il criterio con cui sono preparati i rimedi conferisce all’infusione una “informazione di campo energetica” in grado di entrare in risonanza con il nostro organismo.
E.F.T.
LE ORIGINI
E.F.T è una sigla. Il suo significato, tradotto in italiano, è: Tecniche di liberazione emozionale.
EFT è una tecnica, o meglio un insieme di tecniche di auto aiuto ideate dall’ingegnere statunitense Gary Craig, nel 1995, a partire dalla Terapia dei Campi Pensiero dello psichiatra Roger Callahan.
COME FUNZIONA?
Il metodo si basa sulla stimolazione di una serie di punti del corpo connessi con la rete dei Meridiani (Medicina Tradizionale Cinese) mentre si ripetono frasi utili a tenere la mente focalizzata sulla tematica da trattare.
E. F. T. è un’arte che sta trovando sempre più diffusione nel mondo, come semplice metodo di auto- aiuto. La sua storia inizia nel 1995 grazie alla fortunata scoperta di un ingegnere statunitense, Gary Craig.. Ma cosa significa E.F.T.? Per farla breve è la sigla di Tecniche di liberazione emozionale, e che nel suo nome ci sono molti suggerimenti per comprendere che cosa realmente è e come agisce.
EFT è una tecnica, ma ancor più un insieme di diverse tecniche che presuppone una visione olistica dell’individuo, cioè considera la persona come un insieme complesso di mente, anima, corpo ed ENERGIA.
Nell’universo infatti tutto è energia e allo stesso modo anche nel corpo umano scorre energia.
Secondo i principi della medicina tradizionale cinese è possibile identificare un complesso sistema di circuiti energetici che viaggiano nel corpo, detti meridiani. Non possiamo vedere a occhio nudo l’energia che scorre nei meridiani, ma possiamo renderci conto di come scorre dagli effetti che manifesta ogni giorno nella nostra vita.
Perchè EFT funzioni non serve conoscere approfonditamente i meridiani energetici, però è interessante sapere che essi attraversano il nostro corpo e che i meridiani principali sono 14.
Esistono dei collegamenti tra i meridiani e l’epidermide, chiamati agopunti, che sono poi i punti comunemente utilizzati nella pratica dell’agopuntura. Ciascun meridiano prende il nome dall’organo o dal sistema cui è collegato e uno squilibrio energetico a livello di quel meridiano può portare uno squilibrio in quel organo o sistema.
La scoperta alla base di EFT è che “la causa di ogni emozione negativa è un’interruzione nel sistema energetico del corpo.”
Le emozioni sono un complesso sistema di comunicazione fra la nostra parte inconscia e quella conscia. Sono un spia luminosa che ci comunica sempre qualcosa su noi stessi e sulla nostra visione del mondo. L’emozione infatti è sempre una conseguenza, mai una causa. Essa emerge da qualcosa che abbiamo “incontrato” sul nostro cammino e che possiamo chiamare “attivatore”. In realtà non ci sono emozioni giuste o emozioni sbagliate, bensì emozioni adeguate ad uno stimolo ed emozioni inadeguate. Se la nostra reazione è adeguata vuol dire che siamo sintonizzati nel presente e stiamo affrontando un evento nel nostro Qui e Ora, avendo a disposizione tutta la nostra libertà di azione. Se stiamo provando un’emozione negativa essa ci comunica qualcosa su di noi e sul modo in cui stiamo rapportandoci all’evento. Se non riusciamo a gestire l’evento perché esso non è “digeribile” all’interno della nostra visione del mondo, per il livello di consapevolezza che abbiamo in quel momento, oppure se la nostra reazione viene caricata di informazioni (energia) non digerite del passato o di ansie rispetto al futuro, noi scivoliamo fuori dalla nostro Qui e ora e ci perdiamo nel passato o nel futuro e siamo portati a provare emozioni negative, dovute ad un’alterazione nel nostro sistema energetico.
Le emozioni negative si manifestano sostanzialmente in tre modi:
1 come sentimento o stato emotivo disarmonico,
2 come disagio a livello mentale,
3 come disagio a livello fisico (es. tensione muscolare).
Eft, nella sua forma base, combina la ripetizione di alcune semplici frasi per consentirci di restare focalizzati a livello mentale sul disagio che stiamo provando e la stimolazione di alcuni punti sui meridiani tramite l’uso delle dita per riequilibrare il nostro sistema energetico. Così facendo questa tecnica è in grado di aiutarci ad acquisire una maggiore libertà emozionale e maggiore consapevolezza rispetto agli eventi della nostra vita.
Nella prima riga ho scritto che EFT è un’arte e lo penso davvero. Sono infatti moltissimi i modi in cui si è sviluppata e fusa con altre metodologie per il benessere, dalle più “sacre” alle più profane, passando dalla cosiddetta “eft giurassica” ad applicazioni sempre più creative.
Quello che non è mai cambiato è la sua semplicità di base, che la rende un’efficacissima tecnica di auto-aiuto, utilizzabile anche dai bambini piccoli e un utilissimo strumento per operatori delle relazioni di aiuto.
Per eseguirla basta focalizzare un disagio, preparare un’affermazione di partenza personalizzandola a seconda del “problema che vogliamo trattare” ed eseguire una sequenza di picchettamenti, massaggi o semplice tenuta dei punti sui meridiani.
La frase di base si formula così:
anche se ho………..(problema x), mi amo e mi accetto completamente e profondamente
oppure
anche se ho………(problema x), mi apro alla possibilità di amarmi ed accettarmi completamente e profondamente
La sequenza consiste nell’attivare i punti sui meridiani con
Massaggio
Picchettamento
Semplice tenuta
In maniera assolutamente libera.
Generalmente però, soprattutto le prime volte, si parte con la preparazione sul punto Karate, indicato nella figura allegata (che altro non è se non il punto con cui sferrano il colpo coloro che praticano Karate) e andando dall’alto verso il basso nella seguente successione:
sopra la testa
sopracciglio
lato dell’occhio
sotto l’occhio
sotto il naso
mento
clavicola
sotto il braccio
sotto il seno
pollice
indice
medio
anulare
mignolo
Durante la sequenza è importante seguire ciò che emerge e continuare a picchiettare su quello restando sintonizzati…
Prima di iniziare a lavorare conviene identificare il disagio e misurarlo, secondo la scala SUDS, che ci consente di attribuire a ciò che sentiamo un punteggio soggettivo da 1 a 10.
Poi possiamo partire.
Quindi per esempio una sequenza tipo potrebbe anche andare così
Problema: sono arrabbiata con la mia amica X
Punteggio 9
Punto karate - Anche se mi sento molto arrabbiata con la mia amica x, mi apro alla possibilità di amarmi e accettarmi completamente e profondamente
sopra la testa – mamma mia quanto sono arrabbiata, provo una rabbia 9
sopracciglio – non credevo di essere così arrabbiata
lato dell’occhio – non è nemmeno la prima volta
sotto l’occhio – e mi sento in colpa per questo
sotto il naso – non vorrei litigare con la mia amica X
mento – vorrei capirla di più
clavicola – mentre a volte vorrei che sparisse
sotto il braccio – a volte vorrei che lei mi capisse di più
sotto il seno – non capisce niente
pollice – come quella volta che non mi ha ascoltata quando le davo dei consigli
indice – mi sono sentita mortificata
medio – vorrei solo che mi desse più considerazione
anulare – ah che noia sta rabbia
mignolo – mi arrabbio spesso
Questa sequenza è solo a titolo esemplificativo e spero possa farvi capire quante cose possono emergere durante l’applicazione di EFT su un tema specifico. E normale sia così.
Dopo un giro completo di eft l’intensità di ciò che avevo portato come disagio potrebbe essere sparita, scesa, essere rimasta uguale, oppure essere aumentata di livello.
Ovviamente l’obiettivo è portare il disagio a 0.
Nel primo caso va benissimo, e potrete applicare eft a qualcosa d’altro.
Nel secondo caso è necessario fare ancora giri sul disagio focalizzato e seguire ciò che succede fino a completa risoluzione.
Se nulla è cambiato forse avete scelto un problema troppo generico, ci sono altri aspetti da trattare perché il problema è bello “cicciotto” oppure datato nel tempo o si tratta di qualcosa “che ricapita” continuamente. Oppure potrebbe essere che non stiate applicando la tecnica in modo corretto o nel modo più adeguato a voi o potrebbe essere che da soli non siate in grado di trattarlo in modo adeguato, perciò è sempre utile ricorrere al consiglio di qualcuno di più esperto.
Se l’intensità è aumentata, non spaventatevi, perché, come diciamo in gergo “avete pescato un pesce”, cioè avete centrato un argomento caldo sul quale probabilmente la vostra mente conscia aveva posto un velo di protezione; basta applicare Eft finché non riuscite a fare scendere l’intensità trattando tutto ciò che vi viene in mente.
Anche se questo articolo voleva solo essere un’introduzione all’arte di Eft spero di avervi instillato la curiosità necessaria affinché possiate approfondire il tema e trarne beneficio.
Virna Trivellato
Parlare d 'amore significa entrare nel merito di un modo di "essere". Entrare in punta di piedi nel mondo di Eros e Psiche.
Quando si parla di amore come stato dell'essere, e lo si fa nell'accezione umanistica, merita citare Maslow. Egli parla di amore carenziale e di amore accrescitivo: B-Love (Being-Love, amore per l'essere, amore ontologico o essenziale) e D-Love (Deficiency-Love, amore carenziale), intendendo con queste definizioni un percorso evolutivo necessario e indispensabile per accedere al vero amore, che non è uno stato di povertà, che non ha a che fare con le carenze, ma che è una condizione di ricchezza interiore e di ben-Essere.
È una tecnica che cura corpo, anima e mente.
Le vibrazione del lettino sonoro affrontano i blocchi personali.
Inventato da Pitagora 520 AC..
E' il tentativo di eliminare completamente i blocchi energetici presenti, e porre fine ai malesseri interiori.
IL REBIRTHING
“Il rebirthing è una forma di pranayama che aiuta a liberarsi dall’inquinamento del pensiero distruttivo” (Leonard Orr)
UN NUOVO MODO PER SUPERARE ANSIE E STRESS E MIGLIORARE LA QUALITA’ DELLA VITA.
Stiamo parlando semplicemente di “RINASCITA con il RESPIRO”!
E' una delle pratiche più interessanti nel panorama della medicina olistica.
Si basa sulla RESPIRAZIONE CIRCOLARE senza pause tra inspirazione ed espirazione, simile a quella del neonato. Possiamo “far rivivere” i primi momenti della vita, dal concepimento fino al parto, e rimetterci in contatto con emozioni sepolte.