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AMORE – IL GRANDE “SI”

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AMORE – IL GRANDE “SI”

Nei precedenti articoli abbiamo parlato di trasgressione e contratto di coppia aperta. In questo entriamo in un altro argomento, approfondendo il concetto di “amore”.

Quando qui parliamo di amore, non intendiamo quel sentimento romantico che ha la sua sede nel secondo chakra e che comunemente viene chiamato “amore”, ma quella sensazione di apertura totale che risiede nel chakra del cuore e che è accompagnata sul piano mentale da un grande “SI”, un sì a se stessi, al partner, al mondo intero. Al contrario del cosiddetto “amore” del secondo chakra che è molto dipendente dalla persona che ama, l’amore del cuore non è né dipendente né indipendente, ma vive le relazioni con un senso di interdipendenza.

Nel secondo chakra risiede il piccolo “si” che tende a dire “ti amo, vorrei sempre esserti vicino, tu sei tutto per me,.....” che è accompagnato da un forte sentimento di fusione, di appartenenza, di calore e confidenza. Nel terzo chakra risiede un senso di differenziazione dall’altro nelle relazioni e un “si” rivolto alla propria individualità. Il focus nel terzo chakra sta meno sul “tu” e più sull’ “io”, sulla percezione dei propri confini sia quando siamo separati dagli altri che quando siamo in interazione con loro. I sentimenti qui sono la forza, la capacità di decidere e di auto-realizzarsi, la dignità personale, l’autostima.

Per poter sentire il grande “SI” nel proprio cuore e per poterlo pronunciare in modo autentico verso il proprio compagno, dobbiamo prima aver integrato i tre chakra inferiori: dobbiamo vivere serenamente il nostro corpo e la passione sessuale nel primo, riuscire a collegarci intimamente con il partner e condividere la sensualità con lui nel secondo, essere noi stessi e percepire la propria forza nel terzo. Nel “triangolo dell’amore”[i] tutte le sue componenti hanno lo stesso valore.

Pensare di amare senza questi presupposti rimane piuttosto un pio desiderio o un’illusione che una realtà psicofisica. Quando una persona cade in questa trappola, un nostro maestro ama metterle il dito nella piaga dicendo “Senza sesso niente amore”[ii], ma si potrebbe estendere lo stesso principio anche alle altre due componenti e dire “Senza intimità niente amore” o “Senza autostima niente amore”. Mentre leggi queste tre frasi, puoi osservare quale dei tre ti tocca di più, ti stupisce, ti fa riflettere o ti incuriosisce. 

L’amore del cuore non ha nulla di sdolcinato, ma è basato sulla soddisfazione di tutti e tre i chakra inferiori, e crea una saggia comprensione che da spazio a una grande libertà. Questa libertà, che non è soltanto un pensiero, ma una sensazione ben precisa nel petto, accetta sia le proprie pulsioni che  i desideri degli altri.

Tutti desideriamo l’amore, soprattutto desideriamo ricevere amore. Ma una delle cose più difficili che l’amore comporta è quella di accettare anche la nostra ombra più buia. A questo punto, spesso ci grattiamo il capo, guardiamo da un’altra parte e ci diciamo “beh, quell’amore può anche aspettare, forse non sono ancora pronto? Per il momento mi accontento del piccolo ‘sì’ e poi vedremo”.

Invece sono proprio le nostre ombre, quelle che ci fanno più paura di tutto, a farci crescere. Nella lettura delle pratiche trasgressive o nelle tue fantasie, avrai spesso individuato a che cosa si riferisce la tua paura più grande.

Quando inizi ad amare dal cuore, incontri un effetto paradossale: le paure che prima erano ancora sostenibili ora sembrano ingrandirsi e le ombre che una volta erano accettabili diventano più scure e più incombenti. Allora molti pensano di aver fatto un passo indietro, di non riuscire più a guardare in faccia quei mostri che si stanno innalzando davanti a loro. O fanno addirittura marcia indietro lasciando perdere la loro ricerca interiore. Invece le cose non sono peggiorate, si sono soltanto evidenziate in modo più nitido. Nel momento che iniziamo ad accettare i nostri lati più oscuri e il cuore si apre, allora “l’amore crea una luce talmente brillante, che le ombre nel contrasto risaltano necessariamente in modo maggiore. Siamo tentati a pensare che l’ombra sia un segno di poco amore o di un difetto nella coppia, invece le ombre sono inevitabili nella presenza di un grande amore.”[iii] O detto in altre parole: “Il bianco attira le macchie.”[iv]

Questa comprensione cambia radicalmente la visione ci ciò che comunemente chiamiamo “problemi”. Nel momento che li consideriamo degli indicatori piuttosto che degli ostacoli nella vita di coppia, riusciamo ad uscire dall’ottica “prima dobbiamo risolvere i nostri problemi, poi l’amore ritornerà” che è un vicolo cieco. Possiamo dirigere lo sguardo verso l’interno con quella porzione di amore che ci è rimasta e comprendendo il “problema” da quest’ottica più larga, iniziamo a vedere anche le soluzioni che spesso sono a portata di mano, ma che prima non vedevamo perché eravamo troppo fossilizzati su ciò che non andava.

Per fare un esempio pratico: se la mia autostima è bassa, posso essere portato a pensare che prima dovrei cambiare, dovrei essere una persona migliore, poi potrei accettarmi e allora riuscirei ad amare anche le persone intorno a me. Se stai lavorando in questo modo arduo su di te da anni e hai ottenuto solo degli scarsi risultati, prova a invertire la logica: prima mi amo così come sono e poi vedo cosa non va in me. E anche in questo secondo passo mi concentro su ciò che è veramente necessario da cambiare, tralasciando tutte le piccole imperfezioni. 

In pratica non c’è linearità in questo percorso, non è un “prima una cosa e poi l’altra”, ma i due  passi sono a loro volta interdipendenti: rivolgo quell’amore che ho, verso di me. Accettandomi riesco ad affrontare meglio le sfide che la vita mi pone, ciò mi rende fiero di me e accresce la mia autostima. Il che mi permette di amarmi con più facilità. Allora sono pronto per un’ulteriore sfida che mi farà crescere,......... si apre uno spiraglio evolutivo.

Che l’ombra non esiste senza una luce e che ogni luce fa ombra ove illumina un oggetto, non è una novità. Eppure nelle relazioni intime tendiamo a vedere le cose o “in ombra” o “in luce” ma non simultaneamente. Se avete fatto i giochi trasgressivi descritti prima, vi sarete già accorti di quei momenti dove uno tirava da una parte e l’altro dall’altra, ognuno pensando di avere più ragione e meravigliandosi della testardaggine, chiusura o stupidità del proprio partner che non voleva mollare sulla sua posizione assai discutibile. Avrete anche scoperto che questi litigi e accanimenti non erano nuovi, ma che li avete vissuti in altre forme o per altri motivi pure prima. Forse vi siete già divisi su cosa era trasgressivo e cosa no, ma vedendo le stesse azioni con l’amore, potete guardarle in una luce e con una comprensione diversa che vi permette di vederle come parte di una rete infinita di comportamenti umani, dove il bianco condiziona il nero e viceversa.

E questo è esattamente lo scopo della trasgressione fatta con amore: toccare delle energie così profonde e talmente forti come il sesso, il potere, la gelosia, la fiducia e l’affetto in situazioni estreme, che tutti i contrasti emergono in modo ancora più evidente nella sua luce brillante. Questo è il potenziale di crescita umana che risiede nei giochi trasgressivi, perché, oltre a divertirci, sulla via tantrica vogliamo esplorare anche gli stati profondi di coscienza e accrescere la nostra capacità di amare.

Le nostre ombre, o quei sentimenti che reprimiamo inconsciamente, purtroppo non portano una targhetta con la scritta “ecco, questa è la mia ombra!”, altrimenti sarebbero già consce e non più inconsce. Anzi, tendono a nascondersi il più possibile dietro mille convinzioni e buone ragioni, pur di non essere trovati. Ma chiunque ha fatto dei giochi trasgressivi con passione e non soltanto per superare una serata noiosa, racconta che immancabilmente prima o poi emerge ciò che non vorremo mai ammettere agli altri e nemmeno a se stesso: la sua paura più grande.



[i] Robert J. Sternberg, La psicologia dell’amore, Milano 1990, orig: The Psychology of Love, p. 143

[ii] Bert Hellinger, Amore a seconda vista – Seminario di Costellazioni Familiari sulla relazione di coppia, Roma 05/2002

[iii] Gay and Kathlyn Hendricks, Co-engagierte Beziehungen, Articolo di Susanne Becker in: Connection 01/2001, p. 46

[iv] Bert Hellinger, Veridichtetes – Sinnsprüche, kleine Geschichten, Sätze der Kraft, Heidelberg 2000, p. 60

Citato da: Elmar e Michaela Zadra, ©Trasgredire con amore, Edizioni Mediterranee 2005.

 

Per saperne di più www.maithuna.it