CONTROLLARE L’EIACULAZIONE - UN MITO

Scritto da
Vota questo articolo
(2 Voti)

Molti testi tantrici e taoisti parlano del controllo dell’eiaculazione. La prima immagine che ciò suscita solitamente nel lettore è quella di un rubinetto che si chiuda o di un qualche sforzo da fare con il perineo o i genitali per trattenere l’energia. Questo è un grande equivoco: non si tratta né di chiudere con la forza un flusso che avviene naturalmente, né di controllare o trattenere una energia che sa benissimo dove vuole andare, né di bloccare qualcosa che deve uscire, o di fermare, come che sia, un processo che si è già avviato.

 

Tutti questi tentativi sono forme di violenza contro se stessi in nome d’una crescita spirituale: un’altra freccia contro il principio maschile, scoccata dal pregiudizio secondo il quale il maschio dovrebbe contenersi e controllarsi per arrivare alla realizzazione di se.

In realtà, il principio autentico della non-eiaculazione non è quello di frenare le energie già messe in moto ma di fare in modo che esse non si orientino affatto verso l’eiaculazione. In altre parole, significa espandere il contenitore energetico nel nostro bacino in modo tale che l’energia che si accumula durante l’eccitazione non raggiunga quel grado di pressione che la rende insostenibile, oltre il quale essa fuoriesce insieme allo sperma, come il vapore attraverso una valvola di sfiato.

L’arte, nelle pratiche tantriche, consiste proprio nell’espandere questo contenitore energetico - che non è un organo o un tubo, o un qualcosa di materiale, ma la precisa sensazione soggettiva di poter immagazzinare molta più energia nel bacino, e di potersi godere questa grande forza della sessualità maschile, dandole più spazio dentro di noi. Il che non c’entra con la tecnica d’una particolare pressione da esercitare nel giusto momento il punto giusto, ma è una vera e propria apertura energetica, che si accompagna a una apertura emozionale. Vale qui la metafora di Shunryu Suzuki un famoso maestro zen, che alla domanda: “Come si fa a controllare la mente?” rispose: “Dare al vostro toro un pascolo grande ed esteso è il miglior modo per controllarlo. Lo stesso vale per voi stessi. Se nella vostra meditazione volete raggiungere la tranquillità completa, non lasciatevi impressionare dai diversi immagini che troverete nella vostra testa. Lasciatele venire e lasciatele sparire: allora saranno sotto il vostro controllo. Ma ciò non è così semplice. Quando tenterete di raggiungere uno stato di pace interiore, non riuscirete a rimanere seduti; e quando cercherete di non sentirvi disturbati da nulla, il vostro impegno non sarà l’impegno che occorre. L’unico impegno che vi può aiutare, è quello di concentrarvi sull’inspirazione e sull’espirazione. Lo chiamiamo concentrazione, ma concentrare la vostra attenzione su qualcosa di preciso non è il vero scopo della meditazione. Il vero scopo è vedere le cose come sono, e nel lasciar che tutto vada come deve andare. Questo atteggiamento è ciò che permetterà di avere ogni cosa sotto controllo. Meditare vuol dire aprire la nostra piccola mente, perciò la concentrazione è soltanto uno strumento che vi aiuterà a percepire la mente più grande, o la mente che è ovunque.”

Questo principio del “controllo della mente” può senz’altro venire applicato al controllo dell’eiaculazione: anche qui si tratta di non lasciarti impressionare dalle forze che senti nei tuoi genitali, di lasciarle venire e sparire senza cercare di pacificarle, bensì seguendo semplicemente il ritmo del tuo respiro, lasciando che tutto vada come sta andando e percependo le sensazioni nel tuo corpo così come esse semplicemente sono. Praticare il Tantra vuol dire aprire il nostro piccolo corpo energetico e la focalizzazione è soltanto uno strumento che ci aiuta a percepire quelle energie più grandi che sono ovunque. E ciò, appunto, richiede tempo, non lo si può ottenere ricorrendo ad una semplice “tecnica” – giacché essere consapevole della mente o essere consapevole della propria energie sessuale è in fondo la stessa cosa. E’ un processo di espansione di tutto il tuo essere maschile, non soltanto della tua sessualità, ed è un processo che ha inizio con il risvegliarsi d’un serio interesse per se stesso e con una scelta, la scelta di assumersi la responsabilità della propria virilità e del proprio benessere.

Va inoltre considerato, a tale riguardo, che le meditazioni per il congiungimento senza eiaculazione descritte nei testi indiani e tibetani erano destinate a persone che avevano già alle loro spalle un lungo percorso spirituale, che avevano già allargato il loro contenitore energetico, perciò non possiamo applicare queste pratiche tantriche in maniera immediata, nel nostro abituale modo di fare l’amore.

In molti libri recenti sul Tantra si fa una certa confusione tra lo stato psico-corporeo e il suo fenomeno, la non-eiaculazione. Quando ci avviciniamo ai livelli superiori dell’orgasmo, entriamo in degli spazi meditativi, nei quali stiamo talmente assorbiti con tutto il nostro essere da non sentire più lo stimolo a eiaculare: non c’è più nessun bisogno di espellere l’energia accumulata, poiché essa ha trovato altre strade. E lì non “tratteniamo” nulla, siamo semplicemente così rilassati, nella nostra carica energetica, che questa si è estesa di per se senza concentrarsi nei genitali, è andata altrove, si è sparsa nei centri energetici superiori. Quando al contrario tratteniamo l’eiaculazione, non ne consegue affatto necessariamente che tale carica si estenda altrove, su tutto il corpo e che ci permetta di raggiungere quegli stessi stadi della meditazione. Anzi, è più probabile che un simile sforzo aggiunga soltanto un’ulteriore tensione a quelle che già portiamo con noi. Tutto il segreto della ritenzione del seme consiste nel “rilassarsi sempre di più e seguire con la mente l’energia attraverso il corpo fisico lungo le vie assegnateli dalla natura per aiutarla a raggiungere ogni punto desiderato. Il miglior amante è l’uomo completamente rilassato e perfettamente consapevole di quanto avviene dentro di lui.”

In modo simile quando sono assorto nella meditazione non avverto più nessun impulso a muovermi, e mi sento molto bene e rilassato, in questa condizione, ma la capacità di rimanere seduto senza muovermi è l’effetto, non la causa di tale condizione che la meditazione permette di raggiungere. Se invece ritorno tutto teso dall’ufficio, e mi siedo su una sedia e mi impongo di rimanere li per mezz’ora senza muovermi sperando di entrare in meditazione, è molto più probabile che riesca soltanto a irrigidirmi ancora di più.

Lasciate pur perdere anche quelle svariate dicerie riguardo al fatto che nell’arco della vita ci siano concessi solo un numero limitato di eiaculazioni, e che dunque meno eiaculiamo più a lungo viviamo. Queste credenze, confutate dalle ricerche andrologiche non vengono dal taoismo ma da superstizioni cinesi. Se fossero vere non leggereste questo libro, perché sarei già morto da molto tempo.

Quello che ti fa crescere spiritualmente non è il fatto che tu eiaculi o meno durante il ciclo sessuale, ma solo l’altezza che riesci a raggiungere nella tua curva orgasmica e la misura in cui ti lasci coinvolgere fisicamente, emotivamente e mentalmente prima di eiaculare. Se sei riuscito a mantenere la tua carica più del solito e hai portato il tuo livello energetico vicino alla seconda soglia, puoi decidere tu stesso se mantenere la carica ulteriormente o goderti una bella eiaculazione. Puoi provare l’una cosa e poi l’altra, e valutarne le conseguenze. Ci sono uomini che affermano di sentirsi più svegli e più pieni di forza se non eiaculano a ogni rapporto, altri invece dicono che subito dopo un rapporto senza eiaculazione si sentono bene, ma dopo qualche ora  diventano nervosi e tesi. Altri ancora preferiscono eiaculare una volta su due o una su tre o quattro. Il modo più sicuro per trovare la propria risposta è quello di sperimentare.

Citato da: Elmar e Michaela Zadra, ©Tantra - La via dell’estasi sessuale, Bestseller Mondadori 19° edizione, p. 163.

Per sapere di più: www.maithuna.it

Seguici su  Facebook   Twitter